venerdì 4 settembre 2009

Notizie sparse in un pomeriggio di nebbia

 Dalle mie quotidiane rassegne stampa emerge uno strano ritratto della Cina: a Beijing si continua a potenziare l'apparato di sicurezza in vista delle celebrazioni del I ottobre: cani poliziotto sguinzagliati a controllare le possibili autobomba, nuovi contingenti di polizia e militari in arrivo, addirittura una sera ho potuto vedere un mezzo blindato a controllare il ponte di Dongsishitiao. Anche le guardie del mio compound si sono mobilitate, ora stanno addirittura alle porte di ingresso dei singoli palazzi a controllare chi entra e chi esce; fortuna che sono qui da un po' e mi sorridono ancora, tranne uno arrivato da poco, 18 anni al massimo, che mi guarda truce. Alto un metro e mezzo, inghiottito da una divisa troppo grande, basterebbe fargli BUH per spaventarlo. Fuori da Beijing invece il caos: attacchi con siringhe potenzialmente infette nello Xinjiang, una protesta contro una fabbrica inquinante in una città del Fujian trasformatasi in guerriglia urbana, proteste nel centro Cina per lo scandalo dei bambini avvelenati da emissioni al piombo. Stranamente è tranquillo il Tibet, meno Taiwan dove il Dalai Lama è appena stato in visita. Confronto spesso le notizie cinesi, ossia l'agenzia Xinhua ed alcuni quotidiani in inglese, con i corrispettivi italiani: non starò a perdere tempo ribadendo che la stampa cinese è di parte, non perchè non sia vero, ma perchè la stampa italiana lo è altrettanto, con la differenza che almeno in Cina sai come affrontarla, mentre la stampa italiana pretende di essere obiettiva ma non lo è quasi mai. Dunque la Cina è sempre presentata in maniera quantomeno particolare: con una personale banalizzazione estrema, i quotidiani di centro destra odiano la Cina perchè è piena di comunisti (nonostante il fatto che di comunista sia rimasto solo il nome) che non ne fanno una fatta bene. Quelli di centro sinistra odiano la Cina perchè non rispetta i diritti umani (o forse perchè non sono più comunisti ma ne hanno ancora il nome). I cattolici odiano i cinesi perchè non sono cattolici, o almeno non tutti, e si ostinano ad ignorare le direttive del Vaticano. Gli ecologisti odiano i cinesi perchè inquinano, gli animalisti perchè mangiano gli animali e li maltrattano. Io stesso probabilmente non sono obiettivo, perchè vedo solo una parte del tutto, un tutto che è talmente enorme e variegato che fa risultare ridicolo chi, troppo facilmente, riduce ogni avvenimento ad una conseguenza di una decisione del Partito Comunista.


 

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