giovedì 26 novembre 2009

Effetto domino

Solo ieri scrivevo delle iniziative di Corea del sud, Brasile e Russia per il taglio delle emissioni, in risposta a quella che sembrava una battuta d'arresto imposta da Usa e Cina nel loro incontro bilaterale. Sembra invece che quelle iniziative abbiano aperto una diga, una rincorsa a prendere impegni seri: ieri la Casa Bianca ha resi noti gli obiettivi che proporrà a Copenhagen: taglio al livello del 2005 del 17% entro il 2020, del 30% entro il 2025 e del 42% entro il 2030. Come se non bastasse, ecco arrivare oggi l'analogo progetto cinese: l'agenzia nazionale Xinhua diffonde le cifre, insieme alla conferma che il premier Wen parteciperà alla conferenza danese: taglio delle emissioni di anidride carbonica del 40% entro il 2020. Da notare anche come tutti si sforzino di ammettere che le decisioni prese a riguardo sono unilaterali e non condizionate, quasi a rimarcare al propria rettitudine ed il non dipendere dai diktat altrui. Vedremo quando inizierà la ocnferenza come si svilupperanno questi piani, non dimenticando che il mondo ha bisogno di scelte condivise, solo inq uanto tali veramenti efficaci.


Nel frattempo oggi Beijing e altre città cinesi si sono svegliate immerse nella nebbia. Il che le rende molto vicine alla leggiadra visione odierna della bassa padana.



 

mercoledì 25 novembre 2009

Cambiamento climatico: buone notizie

Usa e Cina sembravano aver congelato preventivamente la Conferenza sui cambiamenti climatici di Copenhagen, mettendo in chiaro che non si sarebbero presi accordi vincolanti nemmeno questa volta. E sottolineando ulteriormente chi comanda e chi decide.


Ma non tutti la pensano così: negli ultimi giorni si sono susseguite importanti dichiarazioni di governi non esattamenti marginali. Vediamo:


Lee Myung-bak della Corea del sud ha annunciato un taglio unilaterale delle emissioni del 30% entro il 2020, per arrivare ad un livello inferiore del 4% a quello del 2005. questo significa eliminare 570 milioni di tonnellate di co2. La Corea non è vincolata agli acordi di Kyoto, la decisione, curiosamente criticata sia dal mondo degli affari (tagli troppo esagerati) che dagli ambientalisti (tagli troppo esigui) è accompagnata dalla volontà per la potenza asiatica di farsi in qualche modo alfiere della nuova mentalità ecologica.


Il capo dello staff del presidente brasiliano Lula, Dilma Roussef, ha dichiarato il 14 novembre la decisione volontaria di tagliare le emissioni del 40% entro il 2020, risparmiando alla terra un miliardo di tonnellate di co2. E già che c'erano hanno deciso di diminuire dell'80% i processi di deforestazione amazzonica.


Infinie, il 18 novembre inviati russi ad un summit della UE in Svezia hanno reso pubblica la decisione presa dal governo di Medvedev di tagliare le emissioni di una percentuale tra il 20 ed il 25 entro il 2020, ritoccando verso l'alto il precedente impegno a taglaire il 10-15%.


Forse il blocco imposto dal nuovo dualismo mondiale Cina-Usa ha involontariamente scatenato una rincorsa ad apparire migliori dei suddetti: la Corea, letteralmente schiacciata dalla Cina ma anche legata ad essa per la propria economia, vuole ritagliarsi un posto più prestigioso nello scacchiere mondiale. I futuri sviluppi del processo di denuclearizzazione del nord potrebbero contribuire in questo senso. La Russia, orfana del suo ruolo di potenza riconosciuta, può in questo modo riguadagnare fiducia internazionale e dialogare nuovamente con l'Europa. Il Brasile, una delle potenze prossime a venire, sembra ben deciso e non seguire la strada già tracciata di Cina ed India, quella dello sviluppo a scpaito dell'ambiente e della salute.


Quindi di nuovo fari puntati su Copenhagen, non tutto è perduto!


 



 



 

martedì 24 novembre 2009

Societa' in movimento

Eseguite due condanne a morte in Cina per lo scandalo del latte alla melamina dell'anno scorso: Zhang Yujun, colpevole di aver prodotto e venduto più di 600 tonnellate di polvere proteica a base di melamina, e Geng Jinping, colpevole di aver venduto oltre 900 tonnellate di latte adulterato con la melamina. Lo scandalo provocò la morte di 6 bambini e problemi di salute per altri 300mila. Lo scandalo, inizialmente taciuto per non rovinare il clima olimpico, esplose verso al fine del 2008, anche grazie ai genitori dei figli coinvolti, che non si sono fermati fino a quando le autorità non si sono mosse. Anche il Tg2 oggi ha passato questa notizia con servizio e commento. Sui giornali cinesi online le prima pagine sono ancora occupate dall'ultima tragedia mineraria, in particolare ci si dedica ai racconti dei famigliari dei superstiti che ora chiedono giustizia: qualcuno ha provato di metterli a tacere nell'immediato, ma la tensione è viva. Scorrendo le notizie, si trova un articolo sulla decisione di costruire un inceneritore dalle parti di Guangzhou nella quale le autorità hanno deciso di coinvolgere la popolazione che con la struttura dovranno convivere in futuro e sono ovviamente preoccupati per l'inquinamento; i cittadini avevano già minacciato proteste e blocchi analoghi a quelli che hanno fermato la costruizone di un inceneritore a Wujiang nella provincia del Jiangsu.


Tre notizie diverse, accumunate da un unico fattore: la società civile che protesta e pretende il rispetto dei propri diritti. Forse non si può ancora parlare di una società civile organizzata e sul piede di guerra, piuttosto sono semplici cittadini che scoprono che riuniti è più facile far sentire la propria voce, partendo non da teorie politiche o sociali ma semplicemente dal proprio vissuto spesso drammatico. Non è poco, è percorrendo questa strada che la popolazione cinese potrà rimediare ai disastri del passato e, dove possibile, cominciare ad evitare quelli futuri.


 


 





lunedì 23 novembre 2009

Mortali miniere

104 è il numero dei morti accertati fino ad ora nell'incidente avvenuto sabato scorso presso la miniera Xinxing nella città di Hegan, provincia nordorientale cinese dello Heilongjiang. Purtroppo non è una novità, nel 2008 sono morti 3200 lavoratori in disastri minerari. Beijing ribadisce che negli anni molto è stato fatto per porre fine alla strage, tra chiusura di miniere illegali (che sono anche quelle maggiormente inquinanti in quanto meno controllate) e stesura di nuove legislazioni per il lavoro. ma mentre le squadre di soccorritori scavano alla ricerca di eventuali superstiti ogni misura appare come non sufficiente. La Cina dipende ancora dal carbone per larga parte del suo bisogno energetico; nonostante la decisa svolta in chiave rinnovabile, passeranno ancora molti anni prima di notare cambiamenti significativi, e sorprendemente il mercato di tale risorsa è ancora florido, grazie a Usa, Cina ed india (si veda il seguente articolo a riguardo http://www.avvenimentionline.it/content/view/3147/742/ ). Tra gli accordi presi tra Obama ed Hu Jintao recentemente vi sono anche intese sull'o sfruttamento del carbone e relativo commercio. Quindi la popolazione cinese dovrà leggere di morti in miniera per ancora molti anni a venire.


Nel frattempo il ministro della difesa cinese Liang Guanglie è arrivato ieri a Pyongyang per una visita ufficiale con el autorità della Corea del nord, mentre sempre più forte è la presisone internazionale affinchè il paese si sieda nuovamente al tavolo dei negoziati a 6 insiema a Corea del sud, Stati Uniti, Cina, Giappone e Russia.



 


 



venerdì 20 novembre 2009

Seoul accoglie Obama

Obama è stato fortunato a finire la sua tournee asiatica a Seoul. Alla base militare di Osan, 48 chilometri a sud di Seoul, il presidente americano ha parlato di fronte ai soldati americani di stanza in Corea. Ripetutamente interrotto dagli applausi, si sarà consolato dei non brillanti momenti vissuti a Tokio e a Beijing. La sua chiamata alla difesa di Seoul ed al mantenimento dell'impegno a denuclearizzare la penisola ha fatto sicuramente presa. La Corea del sud sta vivendo una ripresa economica che in pochi avrebbero previsto anche solo pochi mesi fa; l'indice di crescita promette bene e la disoccupazione cresce sempre più lentamente.


Obama ha annunciato che l'inviato delgi Usa Stephen Bosworth, ex ambasciatore Usa a Seoul, sarà a Pyongyang l'8 dicembre per convincere le autorità nordcoreane a tornare al tavolo dei negoziati a 6, circa un anno dopo l'ultimo round di trattative che si era tenuto a Beijing. Appuntamento dunque rimandato a dicembre per i prossimi sviluppi.


 


 

giovedì 19 novembre 2009

Obama in Asia

Non posso assentarmi da internet (e dalle informazioni in generale) per qualche giorno che subito succede qualcosa. Obama è stato in Cina e Corea, ed ha suo modo ha marcato un momento storico. Non so se sia nevicato, chissà se gli sforzi di neve chimica cinesi nel periodo pre-visita sono serviti a garantire un buon clima al presidente americano. Da quello che si evince, l'incontro bilaterale in casa di Hu Jintao ha ridefinito i rapporti tra le due potenze per gli anni a venire. Gli Usa riconoscono la Cina come la nuova potenza regionale, la Cina riconosce l'influenza yankee in Asia. I due giganti sis ono legati a doppio filo, coscienti che l'esistenza ed il potere di una sia inevitabilmente collegata a quella dell'altra. Pechino ha riconosciuto al vecchio nemico oltre Pacifico l'importanza strategica in Asia, gli Usa hanno promesso collaborazione nel campo dell'industria aerospaziale e nel campo delle tecnologie ambientali. Come suggerisce Francesco Sisci, inviato della Stampa, questa rinnovata collaborazione potrebbe anche portare ad un alleggerimento dell'embargo sulla vendita di armi alla Cina (ancora in vigore dopo i fatti di Tiananmen del 1989).


Riguardo all'ambiente ed al tema caldo del riscaldamento globale? Nulla di nuovo, se si sperava in qualche progresso vero, non solo i soliti proclami, si rimane delusi. Anzi ora è vivo il timore che questo stallo possa avere ripercussioni sulla oramai imminente conferenza di Copenhagen del prossimo dicembre. Se non prendono decisioni serie i due giganti, chi rimane a farlo? L'arcipelago non comunicante europeo?


Ed i diritti umani? Obama ne ha parlato, da quelli delle minoranze a quelli della libertà di informazione, ma in maniera quasi cinese, quasi avallando la teoria che ognuno si risolve i propri problemi, dando al limite quelli che sembrano consigli piuttosto che indicazioni chiare. Non stupisce, se la nuova strategia è quella di comunicare in un modo nuovo, senza proclami plateali ma piuttosto con la comunicazione personale, quasi "privata", questa è la normale conseguenza. Ci vorrà ancora tempo per vedere cosa cambierà nella realtà quotidiana. Nel frattempo, la Cina si gode i riflettori ed i risultati che voleva. Gli Usa appaiono invece aver fatto concessioni maggiori degli eventuali benefici. Ma anche questo si potrà giudicare solo in futuro.


Ultime righe sulle parole di Obama a Seoul, dove ha ribadito l'alleanza e la difesa della Corea del Sud, ed ha invitato piuttosto veemente il Nord a rimettersi sulla strada del dialogo, smettendo di usare il ricatto nucleare come arma per ottenere crediti (sia morali che monetari). Anche questo sembra un film già visto, non resta che attendere l'apparente imminente incontro bilaterale con le autorità di Pyongyang.


Alla conta dei fatti, chi paga lo scotto maggiore di questa nuova struttura geopolitica? Sembrerebbe essere il Giappone, che salvo smentite sembra oramai aver perso il proprio ruolo predominante nell'area.

mercoledì 11 novembre 2009

Dal produttore al consumatore. L'interpretazione cinese

Il mondo è in crisi. Pochi paesi sono stati risparmiati, i più fortunati solo sfiorati. I beni alimentari costano sempre più, tanto che molti sono tentati di tornare ala produzione individuale, in Europa come in Cina. L'inquinamento minaccia il nostro pianeta, e minaccia ciò che mangiamo. Immaginiamo solo lontanamente cosa possa aver contagiato ciò che ci mettiamo in bocca, in epoca di globalizzazione anche il cibo viaggia da continente a continente, seguendo rotte tracciate dal mercato invece che dalla necessità. Ma qualcuno ha detto no. Qualcuno in Cina ha deciso che consumerà solo quello che vede prodotto sotto i propri occhi. Qualcuno ha deciso di nutrirsi solo di ciò della cui provenienza è certo. Ed un lungimirante individuo ha capito come fornire il giusto servizio. Dal produttore al consumatore, senza nessun intermediario. Ed il produttore è quello vero, l'uomo non fa che un lavoro secondario. Si comincia con il latte, il resto verrà. La rivoluzione è cominciata!



Lo striscione recita "Latte di mucca. Sapore naturale. Fornitura quotidiana di latte fresco". Ma il tutto era piuttosto evidente.

lunedì 9 novembre 2009

Diplomazia dell'ospedale in Corea?








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Nella penisola coreana si sta facendo largo la voce di un possibile nuovo incontro bilaterale tra i due presidenti, il sudcoreano Lee Myung-bak ed il corrispettivo al nord Kim Jong-il. L’ultimo incontro ufficiale tra i due omologhi coreani è avvenuto nel 2007, quando l‘allora presidente del sud Roh Moo-hyun volò a Pyongyang, esattamente come aveva fatto Kim dae-jung nel 2000 inaugurando i nuovi rapporti diplomatici tra nord e sud Corea non più improntati allo scontro ma alla ricerca del dialogo e della normalizzazione dei rapporti. Ma la ripresa del programma nucleare di Pyongyang aveva di nuovo raffreddato gli animi; incidenti vari, come l’uccisione di un turista sudcoreano da parte di guardie di frontiera dal nord, oppure la recente tragedia della famiglia del annegata nelle acque fuoriuscite da una diga del nord, avevano fatto nuovamente salire la tensione. Al tutto si aggiunge il preciso piano di Pyongyang di dialogare esclusivamente con gli Stati Uniti per tagliare fuori dai negoziati Seoul e mettersi in questo modo ad una sorta di livello maggiore, sostenuti in questo dalla rinnovata disponibilità della giunta Obama a trattare, e si capisce perché l’idea di un incontro diretto tra i due leader coreani possa sembrare qualcosa di remoto. Invece si rincorrono nelle ultime settimane le voci, non smentite, dell’interessamento reciproco: il primo accenno è venuto dall’emittente televisiva pubblica Kbs che ha riportato la notizia di un incontro avvenuto a Singapore tra Kim Yang-gon, influente figura dall’entourage di Kim Jong-il in particolare per quanto riguarda i rapporti con il sud, ed un non specificato autorevole rappresentante sudcoreano. E’ interessante che il governo di Seoul, pur non fornendo maggiori informazioni, non abbia smentito la notizia. Lo stesso ministro degli esteri del sud, Yu Myung-hwan, ha dichiarato che la Corea del Sud è pronta in ogni momento ad incontrare la Corea del Nord per discutere il miglioramento delle relazioni tra i due paesi e la questione nucleare. Questione nucleare che è il vero nodo da sciogliere: fino ad oggi Pyongyang si è sempre rifiutata di includere questo argomento scottante in ogni possibile agenda comune con Seoul. Mentre per la corea del Sud è probabilmente il punto essenziale da cui cominciare a discutere del resto.



L’ultimo ostacolo ad un eventuale incontro, che servirebbe se non altro a dimostrare l’interessamento reale dell’attuale presidente sudcoreano alla questione, proviene dal fatto che tale incontro lo si vorrebbe questa volta a Seoul, diversamente dai due precedenti tenuti entrambi a Pyongyang; ma come si sa, Kim Jong-il starebbe ancora recuperando la migliore condizione fisica dopo i problemi di salute che avevano fatto fiorire indiscrezioni l’anno precedente sul reale stato di salute del Caro Leader. Ma da questo potenziale motivo di stop potrebbe, paradossalmente, nascere la spinta finale: Seoul è famosa per ospitare alcune tra le migliori realtà mediche asiatiche. E già oggi è una meta decisamente popolare per il turismo ospedaliero in estremo oriente. Vedremo forse in futuro Kim jong-il a Seoul, impegnato in ugual misura in incontri ufficiali e visite mediche? Che possa esistere spazio nella penisola coreana per una “diplomazia dell’ospedale”?

sabato 7 novembre 2009

retrospettiva personale, anno 2008








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Luglio 2008


L’uccello di metallo mi sbarca su una landa lontana in un gigantesco padiglione il cui tetto ricorda il dorso di un drago d’acciaio, un trenino mi porta dove seri funzionari controllano i miei documenti mettendoci un’eternità, forse che gli occhi a mandorla gli deformino la percezione, una parete di vetro si apre, davanti ai miei occhi regular size un cielo grigio basso e dietro un sole marcio, aria umida e puzza di gomma...Beijing sono tornato!


Ci sono molte cose che uno straniero si trova davanti arrivando a Beijing, ma se un novello Ulisse fosse sbarcato oggi si chiederebbe innanzitutto perché le mani sono sempre umide e perché ovunque campeggiano cinque strani personaggi colorati. Semplice: è la (s)gradevole estate cinese e le Olimpiadi sono alle porte! Ossia un pericolo mix di calore corporeo incontrollato ed eccitazione mediatica al cui confronto il Mondiale di calcio vissuto in Italia è una sagra paesana. Una Beijing a suo modo nuova mi ha accolto, fatta di inedita pulizia, composizioni floreali ad ogni angolo di strada o vicolo, volontari olimpici sotto assiepati in casette costruite ad hoc nei luoghi strategici, inquietanti cinesi che mi parlano in inglese e che mi ripetono “welcome to Beijing”. Welcome il cazzo se poi mi spingi per entrare in metropolitana o mi sputi a due centimetri dai piedi! Un impatto strano qui dove dopo una decina di giorni non ho ancora visto il sole, ma una sensazione che qualcosa è cambiato davvero: l’aria non è pessima come mi aspettavo, le targhe alterne hanno un loro valore ed il verde che qui abbonda è particolarmente verde, debitamente annaffiato tutte le sere incuranti del rischio di esaurire le riserve d’acqua...ma il countdown per la cerimonia di apertura si fa serrato, ogni dettaglio è trattato in maniera maniacale e nulla è lasciato al caso.


Mi è servita una settimana per sistemarmi nella mia nuova dimora lontana dai luoghi a me noti, per rimarcare la differenza sostanziale con le esperienze precedenti. Una settimana passata in ufficio a provare di capire quale sarà il mio lavoro per i prossimi cinque mesi e la sera a passeggiare per il quartiere a studiare le opportunità che offre. Si contano sulle dita di una mano, ed includono l’apprezzare i cinesi che si siedono sul ciglio della strada, nei cortile e sui marciapiedi a giocare a poker, farsi aria e semplicemente chiacchierare in una sorta di vita all’aperto comunitaria difficile da coniugare con questa metropoli. Oppure apprezzare i signori che si alzano la maglietta fin sotto le ascelle per rinfrescarsi, nelle due versioni 1-con pancia a sostenere la maglietta 2-con nodo stile playmate di L.A. beach. Peccato che poi rovinino tutta la poesia di tali immagini indossando mocassini marroni con calzini blu. Molti portano a spasso cani e micro-cani, ricordo di acquisti benaugurali di due anni fa, quando in coincidenza con l’anno lunare del Cane in molti si dotarono saggiamente di tale compagno di vita. L’anno scorso era quello del Maiale, spero che quelli abbiano provveduto a mangiarli, mentre temo l’attuale valore simbolico dell’anno del Topo...i bambini giocano a badminton nel vano di ingresso del mio palazzo, i vecchi parlano dialetto stretto sulla riva di un laghetto artificiale. Dall’alto del mio balcone all’undicesimo piano vedo torri di appartamenti avvolte nella foschia, in basso coppiette nel giardinetto che cercano un po’ di privacy, al mio lato il macchinario del condizionatore produce 1000 gradi vanificando quel poco di aria fresca che tira, ma almeno so che al mio rientro mi si asciugheranno le mani! L’ultima immagine prima di rientrare è una macchina della polizia che arriva davanti al palazzo di fronte al mio, io che spero sia una mega operazione o qualcosa di eccitante, e invece i due sbirri scendono lasciando la macchina accesa salvo poi accorgersi che qualcosa sta andando a fuoco dentro al cofano, con dovizia di fumo e relativo allarme del vicinato. Dentro di me penso “sarebbe questa la pericolosissima polizia di cinese allora?”. Poi penso ai lati nascosti delle forze dell’ordine cinesi. Penso alla patina olimpica che non riesce, grazie al cielo, a nascondere la vitalità dei vicoli e del popolo e la bellezza di potersi sedere su uno sgabello di plastica a mangiare spiedini di capra mentre la fronte sgocciola e sulla camicia si forma un arabesco di sudore. Possa questo vento caldo portarne gli aromi dalle vostre parti e riportare a me un cielo azzurro!


giovedì 5 novembre 2009

retrospettiva personale, anno 2007








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7 settembre 2007


Ogni volta che metto mano alla tastiera provo un’emozione, dunque ogni volta cerco un titolo che sia adatto al contenuto. Quindi questo giro saranno manciate di polvere pechinese quelle che arriveranno!


Perché proprio polvere? Beh facile, da quando sono arrivato, nonostante gli sforzi e l’uso massiccio di collirio non riesco a ripulire gli occhi dalla polvere che fluttua nell’aria, sale dai cantieri sparsi ovunque, alberghi sulle scale del mio palazzo, si solleva mentre trascino i piedi nel mio girovagare nuovamente per le strade di Beijing...eppoi Polvere di Beijing suona anche molto “scrittore assai vissuto”...


Beijing si scuote la polvere di dosso, come un gentleman che si è comprato l’abito nuovo ma non ha ancora trovato l’occasione per spianarlo. Ma l’occasione è oramai alle porte, l’Olimpiade a suo modo incombe e Beijing si vuole scrollare di dosso la polvere per presentarsi luminosa. Peccato che scrollandosi perda per strada pezzi importanti di se stessa! Ho visto strade che solo qualche mese fa erano cantieri trasformate in ordinati viali alberati, marciapiedi rimessi a nuovo (pochissimi a dir la verità) e una popolazione sulla strada dell’educazione, o che per lo meno si vorrebbe su tale strada. Tranquilli i cinesi sputano ancora, anche se sembrerebbe sempre meno, ma ho saputo che si sono fatte più severe le regole per la coesistenza e che i tassisti ora hanno una sorta di decalogo per un comportamento decoroso...che sia la fine dei caratteristi bicchieri tenuti in macchina dove sputare a piacimento?


 


Io invaso da polveri vecchie e nuove mi sono rigettato nel vortice, dopo una settimana mi sono trasferito nella mia nuova dimora, una lussuosa camera con le pareti rosa e la zanzariera riparata con lo scotch al sesto piano di una (in)decorosa palazzina. Manca l’ascensore quindi presto sarò mister polpacci d’acciaio. MA vi chiederete con chi vivo questo giro, viste le esperienze precedenti...


Bene questa volta ho scelto di vivere con una famiglia cinese...vorrei poter dire che ho scelto questa opzione per immergermi completamente nella cultura locale, per poter passare ore con veri cinesi veri pechinesi a parlare, a migliorare la mia lingua e conoscere i loro usi e costumi; insomma vestire i panni del vero sinologo. Nulla di tutto questo. Semplicemente è la soluzione più economica dopo la possibilità di campeggiare a Tiananmen. Ma vediamone i lati positivi! La padrona di casa sembra simpatica, il padrone credo di averlo visto oggi per la prima volta, ed a giudicare dalla sua faccia la moglie non lo aveva ancora avvertito della mia presenza, mi ha guardato uscire dal bagno con una faccia del tipo “Chi minchia è questo waiguoren che usa il mio cesso?” poi si è ritirato in camera...ci anche altri due inquilini, un cinese misterioso che devo ancora vedere (e conto di riuscire  a non vederlo per lungo tempo) e, ciliegina sulla torta, un piccolo cagnuzzo tondo più largo che alto! abbaia molestamente ogni volta che arrivo in casa, e se solo si azzarda ad entrarmi una volta in camera lo spedisco con un calcione direttamente al Tempio del Cielo! Tutto sommato sembra essermi andata bene, la casa è pulita, ho completa libertà d’azione tranne che in cucina (chissà che segreti nasconde) ed anche la possibilità di farmi la barba guardando la televisione, dal momento che il lavandino è adiacente al salotto; spero solo che questa pratica non finisca per divenire uno spettacolo per il glabro padrone di casa.


Appena lo avrò imparato scriverò il mio nuovo indirizzo, così chi vuole può mandarmi foto o poster con cui decorare le mie pareti un po’ fru fru...


 


Prima di chiudere ribadisco l’invito a visitare il mio fotolog!


Appena avrò la linea in camera intensificherò la mia presenza, con forse qualche novità.


Che un po’ di polvere arrivi fino ai vostri occhi e un po’ di smog vi intasi il naso!


Cristi


mercoledì 4 novembre 2009

Cina sapiens sapiens

Per un giorno devo interrompere la retrospettiva, troppo importante la notizia che ho trovato sui giornali on-line: gli studiosi dell'università di paleontologia di Beijing hanno clamorosamente dichiarato che l'Homo Sapiens, il nostro antenato peloso e mascelluto, sarebbe nato in Cina, non in Africa come si era ritenuto fino ad oggi. tralasciando per un attimo le diverse teorie degli esperti, possiamo portare avanti alcune riflessioni. La prima, e più significativa: i cinesi dove hanno messo tutto quel viril pelo e quella mascella volitiva che erano pregio del Sapiens? Sembra che i successori Han non abbiano avuto problemi a disfarsi di queste peculiarità estetiche, mentre invece non sono ancora riusciti a sbarazzarsi di una certa inclinazione al mangiare a bocca aperta emettendo rumori da caverna, chiamare i propri amici con suoni disarticolati, lasciar fuoriuscire dalla bocca elemnti liquidi e/o solidi. Queste caratteristiche avvalorerebbero la tesi degli studiosi di Beijing. La scoperta di resti fossili nella regione del sud del Guangxi attribuiti ad un Sapiens vissuto almeno 110000 anni fa è ritenuta credibile da esperti statunitensi e britannici, ora si attendono ulteriori ricerche e sviluppi. Ma la prima conclusione che si può trarre è spontanea: i cinesi grazie a questa scoperta potranno fregiarsi di un altro record, ossia essere stati tra i primi abitanti evoluti del mondo. Poco importo se la culla storica della civiltà Han è diverse migliaia di chilometri a nord, di sicuro verrà fuori una linea di sviluppo omogenea. Così quella fastidiosa tiritera di "3000 (o 4000, 5000 a seconda dei casi e dell'utilità del momento) anni di cultura e storia cinese" ripetuta fino allo sfinimento diventerà presto una mostruosa civilizzazione di 110000 anni! La povera e bistrattata Africa, dopo essere divenuta il cortile per gli affari della nazione cinese, viene ora anche privata di uno dei suoi punti d'orgoglio, aver dato origine all'Homo Sapiens e di conseguenza essere una sorta di madre comune al genere umano. Quindi Athena WASN'T black, Athena was yellow!

martedì 3 novembre 2009

Retrospettiva personale, un anno dopo








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Continuo con la retrospettiva. La prima mail inviata dal secondo soggiorno cinese. Gli stessi posti dell'anno precedente ma con diversa coscienza.





Inizio Settembre 2006


 


Dopo lunghissima attesa sono tornato alla tastiera…pronti per qualcosa di cinese???


Innanzitutto scusa a tutti quelli che in questi giorni mi hanno scritto…non ho avuto un secondo libero per scrivere, ma ora finalmente tutto è sistemato…non so da dove cominciare…


Com’è la Cina? Molto è cambiato, come abbiamo già capito, 2 non è come 1, e si sente…intanto hanno eliminato 2 dei nostri ristoranti preferiti, tra cui la Tana del Jiaozi, e questo mi ha gettato nello sconforto…il mio vecchio dormitorio è in ristrutturazione, e il Ramble caffè, dove solevamo acquistare svariate birre, è ora un bar musulmano, niente alcool solo narghilè e orde di nordafricani che fanno casino…vabbè…


Ma la Cina è la Cina, e mi regala sempre compagni di stanza improbabili, l’anno scorso avevo Andy ora ho Yeon Soon Yong, un coreano che parla solo coreano, comunichiamo come le scimmie con sguardi e gesti…questo strano esemplare fuma  milioni di sigarette (per fortuna va in balcone a farlo) usa una strana crema per la pelle, si profuma con CK e ha introdotto in camera uno strano aggeggio che crea vapore acqueo…dice che fa bene alla pelle e all’aria…per ora rende solo la mia stanza pericolosamente simile ad una sauna finlandese…c’è sempre un po’ di nebbia…durante la notte ogni tanto emette versi che mi fanno rischiare l’infarto…però è pulito ed educato…ed etero…


Ieri sono iniziai i corsi…sono finito al livello C saltando per intero un livello…infatti non capisco niente, l’esaminatore doveva essere un macaco sotto acido, forse mi ha promosso perché l’ho fatto ridere dicendo che volevo venire in Cina in nave insieme a marinai marsigliesi…credo che cambierò classe perché il livello è troppo alto, inoltre oggi mi sono guadagnato l’odio dei compagni coreani e giapponesi dicendo che i loro spaghetti non sono che la brutta copia dei nostri italici…


Ho rivisto alcuni dei miei compagni dell’anno scorso e altre persone che conoscevo…è stato bello, fa credere in una sorta di legge che domina l’universo…


Com’è Beijing? Il solito caos, siamo passati vicino al futuro stadio olimpico, è impressionante anche se ancora da finire…cantieri ovunque e di nuovo lo sviluppo alla velocità della luce…Beijing puzza ancora, certe sicurezze restano, forse i cinesi sputano meno ma continuano a farlo…è bello tornare e scoprire di non avere dimenticato la lingua, potersela cavare da subito senza troppi problemi nelle cosette quotidiane…ma il rovescio della medaglia è che manca il senso di sorpresa continua che mi pervadeva l’anno scorso, quando ci si stupiva di ogni minima cosa…va da sé che basta poi vedere un tipo in bicicletta ribaltatosi perché tentava di trasportare una cabina telefonica per capire che la Cina è ancora quello strano posto dove l’ipermoderno ancora non riesce a nascondere del tutto l’arte di arrangiarsi e le improvvisazioni al limite del ridicolo!


Credo che potrei dedicare parte del pomeriggio al basket…qualche giorno fa ho giocato…in squadra con me avevo l’emulo cinese di David Gilmour e un non meglio identificato tagliagole magrebino…


E per i palati fini un’ultima perla…lo scorso fine settimana siamo finiti nel locale dove l’anno scorso avevamo assistito ad un concerto punk…beh questo giro era vuoto, allora abbiamo preso possesso di chitarra e batteria per comporre qualche blues pechinese e concludere la serata con una sgangherata versione di Brohimn…chi conosce apprezzerà…i proprietari hanno acceso incenso a qualche Bodhisattva quando abbiamo messo piede fuori dal locale…


Dalla caldissima e afosa Beijing un saluto pieno di smog! se non tira vento in questi giorni potremmo rischiare il collasso cardiaco!!!!!!!


A prestissimo!!!!


 


Nota personale


Si, ero un maniaco dei punti esclamativi per far capire che le mie esperienze erano le più toste, ed ero anche un maestro dei riferimenti chiari solo a me e pochi amici intimi. Carino metterli in mail indirizzate a decine di persone.


lunedì 2 novembre 2009

Retrospettiva personale








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Mentre sto ancora studiando come reinterpretare il blog ora che sono tornato in Italia, riciclo la prima mail in assoluto che scrissi da Beijing ai tempi del mio primo soggiorno. Giusto per ircreare almeno in parte un background personale. Ma in verità solo per non rimanere staccato nella classifica dei blog più aggiornati! Ed in fondo ogni volta che rileggo queste righe sorrido ed un po' mi commuovo, ripensando a quanto è cambiato in questi anni, tanto nella città in sè quanto nel modo di raccontarla.




15 Settembre 2005


 




Come vi avevo promesso ecco una mail seria riguardo alla mia esistenza qui..




Ore 10 locali mentre voi ancora dormite beatamente io mi sono sparato, alle ore 8 locali, uno spassoso test per la valutazione del livello..in poche parole è appena mattina e sono già stanco morto, devono essere i residuati del jetlag che ancora mi attanagliano, in fondo in Italia sarebbero giusto le 4, come il mio cellulare si ostina ad indicare. Bene, che dire??Andiamo per ordine..


 




ARRIVO




Dopo il piacevole viaggio insieme ai finlandesi, che in aereo si son tutti tolti le scarpe e han tutti mangiato pollo in agrodolce per colazione, mi si è presentata dal finestrino del taxi (una Citroen degli anni ‘70) una piacevole città grigia piena di enormi palazzi senz’usta e di cantieri, dove, per quanto riguarda la strada, la legge non esiste: il tassista mi ha fatto prendere 3 infarti rischiando incidenti, ma lui li affrontava con serenità quindi deve essere una piacevole abitudine..


 




CAMERA




Poteva andare molto peggio in base a ciò che ho visto, invece mi son accaparrato una lussuosa doppia al piano terra davanti ai campi da basket e vicino al negozio dell’amicizia (improbabile negozio che vende tutto) e al Ramble Caffe’, un locale molto alternativo di 3m x 3m dove mi sa che passerò le mie serate più intriganti in compagnia di un bonghista dagli occhi a mandorla e di Merlot di produzione cilena.


Il cesso della camera è un po’ retrò ma dignitoso, la doccia inonda tutto quindi quando ci si siede sul water bisogna cavarsi tutto per non ritrovarsi braghe e mutande fradice..ma almeno non ho ancora visto insetti e lo sciacquone tira bene..la camera puzza un po’ di chiuso ma sta migliorando, e il mio armadio stile ikea puzza di legno appena tagliato e lucidato..ma la chicca è il mio caro compagno di stanza: indonesiano trapiantato negli States, ingegnere chimico (mi pare) nonché master universitario, passa gran parte del tempo a giocare col pc portatile (mi sa che lo scroccherò per i miei lavori), però è pulito e non disturba. Spero che nasca una brillante amicizia anche se lui resta solo un mese, dopo di che spero che non venga nessun’altro così sarò proprietario di una singola di lusso. A proposito vedo Rai international, giusto per i tg e per il programma con Ambra e Mirabella, ma ho trovato anche un canale cinese che trasmette la champions league..


 




IL CIBO




Ho mangiato cinese ieri alle 12.40, mi ero alzato alle 12, è stata una sorta di colazione a base di maiale speziato buonissimo, peperoni piccanti buonissimi e pomodori tristi che quasi mi commuovo. Ma il cibo è un campo che va ancora esplorato bene..


 




 



 




LA GENTE




Sapevo che sarebbe stato pieno di gialli..ma non così tanti!!!!!!!!sono ovunque, sbucano da tutti gli anfratti, e rendono gli occidentali una specie rara..che si riconoscono al volo perché si aggirano spaesati per l’enorme campus alla ricerca di tratti somatici simili..per adesso ho conosciuto due giapani, Shingo il mio angelo custode e Daisuke, il mio caro compagno Andrew, la mia vicina di camera italiana Carla e altri due italiani beccati ieri sera per caso mentre appunto si aggiravano piuttosto sconvolti. Devo ancora imparare a distinguere koreani da cinesi e giapani e malesi e indonesiani..


(mi sono appena accorto che chi mi ha preceduto al pc si è mangiato qui le unghie..che merda..)


 




LA LINGUA




Eh eh..qui siamo nella cacca..sti cinesi non spiaccicano una parola d‘inglese, e i giapani nemmeno, se pensavate che fossimo noi italiani i più ignoranti del pianeta qui abbiamo di che consolarci! e allora il cervello è sottoposto ed uno stress esagerato, e ho già cominciato a pensare in cinese (e penso sempre le stesse due frasi che conosco) e in inglese (perché così parla Andrew)..risultato stamattina per dare indicazioni a una tipa ho mischiato tutto intercalando con imprecazioni in italiano..qualcosa tipo -monday you yao chu shitang cazzo and cheek the test come minchia si dice han yu kaoshi- ma la tipa ha finto di aver capito.


Per il resto che dire? Impatto traumatico dal quale devo ancora riprendermi, nostalgia di Cento (come fare senza Fuego??) e un bel casino intorno.


Ah oggi è una giornata bella nuvola in pieno stile socialista, ho notato l‘inquinamento (di notte quando è sereno la luna è velata..)


Ora vado che mi scade il tempo al pc!Saluti e baci a tutti!!!!!