sabato 18 luglio 2009

Basket, tra sport ed identità

 Questo sabato si è presentato inaspettatamente azzurro e non mostruosamente caldo, quindi ne ho approfittato per dedicarmi alla nobile arte del basket. Tralascio qualsiasi commento riguardo alla qualità dei miei compagni di gioco, sembra che i cinesi continuino ad adorare qualche misteriosa divinità del catch and shoot, del prendi e tira, e fanno di questo la loro massima filosofia di gioco. Piuttosto, mentre tentavo di evitare il più possibile i contatti e di non collassate dopo pochi scatti, ho cercato negli occhi dei miei avversari qualche indizio dell’attuale dramma sportivo cinese, ossia la possibilità che l’eroe nazionale Yao Ming possa vedere la sua carriera prematuramente scomparsa a causa di un infortunio. --br-- Yao non è solo un altissimo cestista, tanto forte quanto fragile, ma un simbolo identitario della nuova Cina: è colui che ha sfondato nella Nba, il tedoforo di Beijing 2008, l’eroe buono modello di milioni di ragazzi, che vestono la divisa degli Houston Rockets e si pettinano come lui. In questi giorni erano qui in tour alcuni campioni dell’Nba tra cui Shaquille O’Neal, e per l’occasione la tv cinese ha riproposto un vecchio servizio del primo scontro fra i due giganti sul campo da basket, alternando spezzoni della partita a scene di spettatori di ogni tipo: trentenni alla moda in un bar a Shanghai, un ragazzo con il nonno in un appartamento anonimo a Beijing, cittadini di origine cinese nel palazzetto di Houston, in un crescendo di emozioni, tensione e commozione collettiva.


Il basket non è semplicemente uno sport: lo sa chi lo gioca, lo sanno i cinesi. Qui oltre ad essere una potentissima forza di mercato globalizzante, è anche un elemento importante nella nuova definizione di individualità dei giovani in questa Cina post-socialista alla continua ricerca di nuovi modelli educativi a cui ispirarsi. Quei milioni di giovani cinesi, che paradossalmente formano la più ampia fetta dei fan della Nba, potrebbero quindi rimanere orfani di un modello molto più incisivo di Lebron James o Kobe Bryant, solo per citare due dei più amati giocatori di basket in Cina. La pallacanestro rimane saldamente ancorata all’idea di nazione: non è un segreto che i cinesi soffrano moltissimo per il fatto che la loro nazionale non sia ancora nel novero delle big a livello mondiale, e vi sono parecchi dibattiti interni alla Cba, la lega cestistica cinese, riguardo all’opportunità/pericolo di divenire una lega sempre più simile, per organizzazione e filosofia, alla Nba. Per questo perdere Yao Ming sarebbe un trauma di molto superiore all’infortunio in diretta mondiale olimpica di Liu Xiang. Vorrebbe dire perdere una formidabile macchina da soldi, ma ancora più importante una delle icone più riconoscibile dell’ingresso della Cina nel mondo che conta. 

1 commento:

  1. ma è arrivato l'uomo del gas? ce lo stiamo domandando in molti sul balcone di ferrara....

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