giovedì 22 ottobre 2009

Nel cuore musulmano di Beijing

Niujie è sempre Beijing. Strade larghe che si alternano ai vicoli, odori, parrucchieri, piccoli parchi a spezzare la litania continua di palazzi per lo più anonimi. Ma è anche un piccolo mondo a parte. Cromaticamente e calligraficamente diverso. Il verde la fa da padrone. Accanto ai caratteri cinesi campeggiano le scritte in arabo. Niujie, 牛街, alla lettera la via della mucca, è il centro della comunità musulmana di Beijing, formata in maggioranza da appartenenti all'etnia Hui ma non solo. Qui ci sono le scuole per la minoranza etnica, l'ospedale degli Hui, tantissimi ristoranti, un inquietante palace food halal dove si passa dal supermercato che vende prodotti puri per i musulmani ad una bella mensa a tema, il tutto percorrendo scale piene di polvere con le pareti che nei secoli passati dovevano essere bianche ed ora sono macchiate di sputi e ditate che hanno spalmato sulla vernice bianca salsa scura o caccole, e seconda dei momenti storici. C'è la sede dall'associazione islamica cinese (almeno mi sembra fosse quella) in un palazzo che dovrebbe stare a Baghdad o Teheran, tutto verde con le cupole da mille ed una notte. Nella ricerca di una compattezza stilistica etnica abbondano gli archi alla orientale, non solo nei monumenti ma anche nelle porte dei condomini ed addirittura nella decorazione delle finestre esterne di un bagno pubblico. La macellerie espongono carne tagliata nella maniera prevista dia precetti religiosi. Il centro del quartiere è la moschea, un fantastico ibrido di architettura cinese classica e precetti islamici: il minareto, la sala per la preghiera, la sale per le lezioni sono tutte ospitate in padiglioni tipicamente cinesi, con il rosso imperiale alternato al verde, le scritte cinesi sempre affiancate dall'arabo o dal persiano. Dentro, il viavai dei fedeli col berretto bianco, sia cinesi che stranieri, ed uno strano mix linguistico di mandarino e forse arabo o altre lingue  a me ignote. Nella sala delle esibizioni, le foto dei personaggi famosi venuti in visita, e tra Ayatollah e Re di emirati vari chi spunta? Mohammed Alì! ME lo immagino accennare colpi di boxe nei cortili interni alla moschea. Unica pecca: la mele finte di plastica attaccate agli alberi che stan per perdere le foglie. Capisco che Allah ed il Partito formino una coppia formidabile, ma non possono di certo (non ancora) far crescere le mele in inverno.


 


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