mercoledì 23 giugno 2010

Indice di sviluppo umano: la porta girevole

Sono anni che ci viene raccontato che la Cina sarà la protagonista di questo secolo, che si ergerà a ruolo di super-potenza, che comincerà a dettare legge a livello planetario. A supporto di queste considerazioni, la crescita economica, i numeri enormi, i grandi eventi come Olimpiadi ed Expo. Questo spaventa ed intriga. Leggiamo le statistiche, i numeri, guardiamo alla popolazione ed al Pil, e già ci vediamo dominati dai cinesi. Ma se guardiamo da più vicino, ci sono particolari che lasciano immaginare che il momento critico è ancora lontano. Si vede nelle piccole cose quotidiane. Su suggerimento di un'amica che da anni vive qui, ho analizzato l'approccio del cinese medio a quel ritrovato della tecnica che corrisponde al nome di "porta girevole". Il cinese medio ha uno strano rapporto con questo tipo di ingresso. Sappiamo che spesso fanno le cose diversamente da noi, ma da qui al tentare di imboccare una porta girevole nel senso inverso a quello in cui gira c'è una bella differenza. Sappiamo anche che i cinesi sono tanti, e spesso i centri urbani sono super affollati a discapito di enormi porzione di territorio del paese quasi disabitati: ma tentare di entrare in dieci in un uscio pensato per 2, massimo 3 persone è quantomeno discutibile. Conosciamo bene la velocità con cui la Cina si è, e si sta ancora, sviluppando, nonchè la celerità nel lavoro: ma trovarsi a spingere il vetro della porta girevole, di quelle che girano da sole intendo, solo per guadagnare un mezzo secondo di tempo mi sembra eccessivo. non considerando il fatto che così si lasciano ampia ditate sul suddetto vetro, mi chiedo quale convenienza ci sia nel rischiare di infilare le dita in qualche fessura per guadagnare alcuni decimi. Forse che quel risparmio di tempo, quell'entrare più in fretta in un luogo con aria condizionata (in estate) o riscaldamento (in inverno) valga il rischio di una vita spesa senza un dito? Dovrei quindi dare la colpa allo spietato clima che avvinghia le metropoli cinesi, o piuttosto puntare l'indice sull'esasperazione dei tempi che si è venuta a creare in questa società così affamata di sviluppo e ricerca di benessere? Qui, dove non sembra ancora recuperata la pietà per chi rimane indietro, anzi si tende a guardare di cattivo occhio chi non si è arricchito o almeno si sta arrabattando per farlo, la foga e la noncuranza con cui i cittadini affrontano le porte girevoli diviene un indice di sviluppo informale che dovrebbe dunque affiancare il Pil, l'età media, la scolarizzazione.

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