venerdì 25 giugno 2010

60 anni di guerra in Corea

Ricorre oggi il 60mo anniversario dell'inizio del conflitto coreano: entrambi le Coree lo celebrano, dai due opposti punti di vista. Il presidente sudcoreano Lee ha ringraziato nel discorso ufficiale l'Onu e tutte le nazioni che intervennero nel conflitto, prima tra tutte gli Stati Uniti (nell'immagine, un poster statunitense celebrativo del conflitto); presenti alla celebrazione diversi reduci provenienti da molti dei paesi coinvolti. Nel 1953 venne firmato un armistizio, ma non si è mai giunti ad un vero trattato di pace. Che Lee ha auspicato, ma che potrà nascere solo in una penisola coreana completamente denuclearizzata. Lee ha anche parlato di riunificazione, un argomento che non torna spesso nelle sue parole, affermando che l'obiettivo del momento "non è un nuovo conflitto, ma la riunificazione pacifica". Infine ha rinnovato la richiesta alle autorità nordcoreane di scusarsi ed assumersi le proprie responsabilità per l'affondamento della nave Cheonan.



A Pyongyang invece la celebrazione è stata affidata ad un comunicato ufficiale congiunto tra il Comitato Centrale del Fronte Democratico per la Riunificazione della Corea, il Comitato Nazionale per la Pacificazione e la sezione nord del Comitato Speciale per il Riconoscimento dei Crimini di Guerra dei GI (il titolo del manifesto nordcoreano è proprio "Non dimenticate i lupi imperialisti statunitensi). Il documento ribadisce l'attacco a tutto campo contro le forze di invasione sudcoreane e statunitensi che il 25 giugno del 1960 invasero la Corea del Nord per stroncare sul nascere la repubblica socialista. Nessun accenno all'aiuto sovietico, niente neppure per i "volontari" cinesi che morirono a migliaia per aiutare il vicino strategico. Solo riferimenti a imperialisti assetati di sangue e fanatici, ed una decisa chiamata alle armi per tutti coloro che hanno "sangue e spirito" a difendere la patria da una possibile nuova guerra e, esattamente come si vorrebbe al sud, lottare per la riunificazione del paese.



Anche la Cina ricorda i suoi volontari in quella che qui viene chiamata "Guerra di resistenza all'invasione americana e di aiuto alla Corea". La versione odierna infatti, oramai dimentica di cose fosse la guerra fredda e la divisione del mondo in sfere di influenza, e la stessa divisione del mondo socialista che già nel 1950 covava sotto le ceneri, giustifica l'intervento cinese come un semplice atto di riconoscimento verso quei coreani che avevano aiutato le truppe comuniste cinesi durante la guerra civile contro il Partito Nazionalista (1946-1949).


 

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