lunedì 11 gennaio 2010

Usa, Yemen. E Cina.

Ci sarà una guerra nello Yemen nei prossimi mesi? Forse si, forse no. Perchè è così importante che gli Stati Uniti vadano anche nello Yemen, con già due fronti aperti e non poche altre difficoltà? E' semplicemente perchè un ragazzo nigeriano ha fallito un attentato ed ha affermato di essersi addestrato là? Probabile, ma non c'è bisogno di chiamare in causa dietrologia e teorie della cospirazione per notare alcuni altri elementi che spiegano, e forse complicano, la situazione. E la inseriscono nel quadro generale del conflitto a bassa intensità tra Usa e Cina. In Yemen si trova il porto di Aden, strategica via di ingresso al canale di Suez, quindi a tutta l'Europa. Quindi, tappa principale delle rotte commerciali tra Asia ed Europa, e perchè no anche Africa. Ma anche vitale snodo delle rotte energetiche che partono dalla penisola arabica. Controllare Aden quindi significa mettere le mani su qualcosa che scotta. Guardiamo un attimo più ad oriente, dove si trova l'altro porto-snodo delle tratte asiatiche: Malacca. Che non è cinese, ma dove i cinesi sono già avvantaggiati. Dal 2005 la Cina porta avanti al cosiddetta "Strategia del filo di perle" ("String of pearls", nell'immagine sotto) che prevede la creazione di tante basi navali, appoggi commerciali e diplomatici lungo quelle rotte che dai porti cinesi vanno alla penisola arabica e poi in Europa. Beijing ha già disposto le sue perle, grazie ad accordi economici e massicci investimenti, al largo di Cambogia, Tailandia, Bangladesh, Myanmar, Maldive, Sri Lanka e Pakistan. Gli accordi presi in Sri Lanka hanno allarmato l'India, tradizionale rivale, e l'hanno spinta ancora di più verso gli Usa; che allo stesso tempo cercano di sistemare a proprio vantaggio la situazione pakistana, e tagliare il filo delle perle cinesi che se dovesse svolgersi fino alle coste iraniane raggiungerebbe l'obiettivo prefissato: proteggere le rotte cinesi dal mar Cinese meridionale fino al Golfo Persico. Salvo l'ultimo bastione, che verrebbe dunque ad essere Aden.


Obama ha portato visita nel 2009 a Hu Jintao, e non ne era uscito particolarmente bene, anzi aveva dato l'idea di una potenza, quella statunitense, sulla via dell'arretramento in Asia. Questo potrebbe essere il modo di Obama per mandare un messaggio alla Cina. Spalleggiato dall'India che vedrebbe di buon occhio un riassestamento negli equilibrio dell'oceano Indiano.


2 commenti:

  1. Molto interessante! Ma sono riflessioni tue oppure hai letto la cosa da qualche parte?

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  2. Grazie. La strategia del filo di perle chiaramente non è mia; collegare l Yemen alla Cina sembra una forzatura, ma non così assurda. Alcuni articoli mi hanno ispirato, poi mi è venuta in mente la strategia cinese. Un'avvertimento indiretto alla Cina, anche se può sembrare una forzatura, è secondo me contemplabile, ancor più ora che Beijing non perde più nessuna occasione per alzare la voce. Alla maniera educata cinese, ovviamente!

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