lunedì 25 gennaio 2010

Demolizioni meno selvagge in arrivo per la Cina

Sono state per anni scene familiari a Beijing, ed in tutte le città cinesi: famiglie che ricevevano avvisi di sfratto e pochi giorni dopo si ritrovavano le ruspe alla porta, con appena il tempo di mettere insieme le proprie cose e prepararsi al trasferimento verso il nuovo alloggio deciso dal governo. Era sufficiente vivere in una zona di interesse immobiliare o al centro di qualsiasi tipo di riqualificazione per essere ad alto rischio di ridislocamento. Pagato bene inteso, e la casa sempre sostituita, a volte anche con strutture migliori, ma comunque un gesto di violenza, non solo quella morale dello sradicamento, ma spesso anche quella veramente fisica quando i residenti non accettavano di liberare lo spazio requisito, fosse per un motivo di amore verso la propria abitazione di sempre sia per un più veniale, ma assolutamente lecito, non sufficiente conguaglio monetario. In un'intervista al China Daily Gao Fengtao,  un ufficiale governativo, ha affermato che è all'esame la riforma del regolamento per la demolizione delle abitazioni urbane, ed il risultato sarà una maggiore attenzione ai diritti dei proprietari. Tra i diversi punti messi in luce, innanzitutto il divieto di usare la violenza nonchè quei metodi intimidatori come il taglio dell'acqua e della luce per obbligare gli abitanti a lasciare la casa. Sarà obbligatorio che l'avviso di sfratto venga recapitato con 30 giorni di anticipo, ed i cittadini avranno il diritto di fare causa e portare la questione davanti ai giudici. E, non meno importante, la casa non potrà essere demolita mentre un'eventuale causa è in corso, cosa che assurdamente succedeva e probabilmente succede ancora.


Questo nuovo regolamento andrà dunque ad affiancarsi al lavoro delle ong come il Beijing Cultural Heritage Protection Centre, che da anni si impegnano per la salvaguardia dei quartieri tradizionali, spesso nell'occhio di riqualificatori dalle dubbie intenzioni e non abbastanza tutelati da autorità che sono state fin troppo disponibili nei confronti dei padroni del cemento, abili a creare lavoro e far circolare soldi, ma a prezzi altissimi in quanto ad impatto urbanistico e sociale. Le ong sono da sempre impegnate a rendere edotta la popolazione sui loro diritti, la cui ignoranza spesso semplifica il lavoro degli espropriatori. Queste nuove regole saranno una buona arma in più. Se applicate, ovviamente.


(foto cortesemente offerta dal sito del China Daily)



 



 


 



Qualcosa sta cambiando nella legislazione che riguarda gli sfratti selvaggi e

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