sabato 6 febbraio 2010

Cosa succede in Corea?








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--Cosa succede nella penisola coreana? E' fresca di oggi la
notizia dell'agenzia di stampa nordcoreana KCNA, ripresa dalla sudcoreana
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statunitense Robert Park, arrestato per essere entrato illegalmente in Corea
del Nord per portare un messaggio di pace ed amore (se ne era già parlato nel
post del 4 gennaio). Non è stata comunicata la data esatta, ma l'agenzia KCNA
ha affermato che l'attivista evangelico avrebbe dichiarato di essersi sbagliato
riguardo al paese a causa della falsa propaganda. "Non avrei commesso
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Cosa succede nella penisola coreana? E' fresca di oggi la notizia dell'agenzia di stampa nordcoreana KCNA, ripresa dalla sudcoreana Yonhap, che il governo di Pyongyang si appresterebbe a liberare l'attivista statunitense Robert Park, arrestato per essere entrato illegalmente in Corea del Nord per portare un messaggio di pace ed amore (se ne era già parlato nel post del 4 gennaio). Non è stata comunicata la data esatta, ma l'agenzia KCNA ha affermato che l'attivista evangelico avrebbe dichiarato di essersi sbagliato riguardo al paese a causa della falsa propaganda. "Non avrei commesso questo crimine se avessi saputo che la Corea del Nord rispetta i diritti dei cittadini e garantisce la loro libertà, ed i cittadini godono di una vita sicura e felice". Queste sarebbero state le parole di Robert Park.


Ma le notizie più importanti vengono dalla struttura interna del Partito dei Lavoratori e dell'esercito nordcoreano, ossia le due colonne che reggono lo stato socialista. All'interno del Partito sarebbe in atto una purga, ed i primi a farne le spese sono stati il direttore delle finanze Park Nami-gi, e l'oramai ex direttore dell'ufficio "Room 39" Kim Tong-un (nel riquadro della foto) che si occupava di gestire i fondi segreti del Partito all'estero. Il primo paga per la fallita rivalutazione monetaria dell'anno scorso che scosso la già provata economia nordcoreana; il secondo invece sembra essere stato colpito da un divieto di volo da parte della UE, il che renderebbe difficile per lui amministrare i fondi segreti sparsi per il mondo.


 



 


Per quanto riguarda l'esercito, è in atto un ricambio generazionale: stanno passando in seconda fila tutti quegli ufficiali, settantenni ed ottantenni, legati alla generazione del primo presidente nordcoreano Kim Il-sung, sostituiti da elementi più giovani, provenienti per lo più dal Dipartimento politico generale, che certifica la fedeltà ideologica dei militari ai leader politici. Secondo l'osservatore sudcoreano Baek Seung-joo, costoro garantiranno la successione del potere all'erede designato, il figlio di Kim Jong-il, Kim Jong-un.


In ultimo, le dichiarazioni rese mercoledì scorso dal Segretario alla Difesa degli Stati Uniti Robert Gates: secondo le sue parole, nel caso si verificasse un'emergenza in Corea del Nord, le forze terrestri statunitensi potrebbero non riuscire ad arrivare in tempo (a causa del già massiccio impegno sugli altri fronti caldi). Questo non significa che non arriverebbero, ma che nei primi momenti ci si dovrà "accontentare" della marina e dell'aviazione. Non esattamente una dichiarazione da poco: prendere in considerazione in maniera così netta la possibilità di un conflitto non è tranquillizzante, in particolare se si è consci della tensione attuale nella penisola coreana. Si potrebbe pensare che l'amministrazione Usa metta le mani avanti (quanto avanti non è dato saperlo) nel caso dovesse veramente succedere qualcosa e si trovasse impantanata in troppi fronti, oppure potrebbe suonare come un avvertimento a Pyongyang: non pensiate di poter agire a vostro piacimento solo perchè siamo già impegnati altrove.


Mettendo insieme tutti i pezzi, si ha una visione della situazione quantomeno complessa e, apparentemente, foriera di possibili cambiamenti, anche grossi: da mesi si rincorrono le voci di dissensi interni (ovviamente mai confermati da Pyongyang), ora arrivano anche le notizie di movimenti interni alle strutture governative e militari ed annunci preoccupanti di possibili situazioni di crisi. Ed infine la liberazione di Robert Park senza bisogno di un Clinton che lo vada a riprendere, come una sorta di estremo gesto distensivo. Nel tutto, Pyongyang continua a ribadire che la situazione è sotto controllo e nessun cambiamento epocale è in corso. Le stesse cose che si affermavano in Germania dell'Est nel 1989.


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