venerdì 19 novembre 2010

Stesso Ponte, altra stagione

L'autunno pechinese è durato poco, l'inverno è arrivato senza troppi proclami o clamori. La ripetitivà dei gesti e dei tragitti quotidiani ha fatto si che quasi non mi accorgessi del cambiamento climatico. Complice una certa linearità solare, che mi ha presentato luminose e serene giornate in sequenza, senza nebbia o pioggia, ho realizzato solo pochi giorni fa che come conseguenza del cambio di stagione, sono cambiate anche le attività della Gang del Ponte: tralasciando che ora i membri sono impegnati a battere i denti per il freddo tanto quanto a combattere tra di loro per accaparrarsi ogni spicchio di sole che si insinua attraverso la ringhiera metallica, per alcuni dei membri più illustri il business è decisamente mutato.


Non ci sono più animali in vendita. E la cosa non stupisce: le tartarughe o i pesci rossi in questo momento starebbero immobilizzati in vasche di ghiaccio, ottimi come soprammobili eccentrici ma piuttosto inutili come animali di compagnia. A dire il vero tartarughe e pesci rossi non sono animali di compagnia, non più di compagnia di un nano da giardino, almeno. I conigli e gli scoiattoli inveci li vedremmo impegnati in massacri epici per sottrarre ai propri simili lo scalpo con cui coprirsi. Insomma, niente più animali, sostituiti da abbigliamento tecnico invernale come sciarpe, guanti, o i leggendari mutandoni di lana lunghi fino alle caviglie, vero must del pechinese nella stagione fredda. E poi, sorpresa, inedito smercio di attrezzatura ortopedica: fascie elastiche per caviglie e ginocchia, supporti per polsi e gomiti, pancere e altre amenità. Mentre guardavo estasiato e studiavo questa riconversione del business in base al naturale ciclo delle stagioni, mi sono accorto che alcune ginocchiere lasciavano intravedere, nel foro da cui solitamente sbuca la rotula per permettere il movimento naturale, un rivestimento interno di pelliccia. Non male, ho pensato, ti metti una ginocchiera e tieni al caldo tutta la zona grazie al pelo.


Poi ho avuto un flash, come nei film un serie di immagini a tutta velocità da contorni sfuocati: conigli gioiosi intenti a zompettare, scoiattoli birbanti, occasionali cagnolini col pelo appena spuntato.


Forse mi sono lasciato suggestionare, ma mi è pure sembrato che i venditori di animali, ora riciclatisi spacciatori di ginocchiere, fossere meglio pasciuti che in passato.


E quando ho sentito di striscio la signora che vende paccottiglia etnica dire che i suoi fermacapelli sono di vera tartaruga, sono stato tentato di crederle.

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