domenica 11 aprile 2010

Biskek, Kirghizistan

Il Transit Center di Manas si trova fuori Biskek, la capitale del Kirghizistan, nel nord della piccola repubblica centro-asiatica. Fino all'anno scorso si chiamava più semplicemente Manas Air Base: con quel nome era più chiaro il suo utilizzo militare. Aperta nel 2001 come base di supporto per la guerra in Afghanistan, è ufficialmente una base di transito del personale statunitense da e verso Kabul.


A sud il Kirghizistan spartisce con i paesi vicini (quelli che uniscono il nome del ceppo etnico  a -stan) la valle Ferghana: qui nel 329 aC. Alessandro il Grande stabilì una presenza greca, che si sviluppò nei successivi regni greco-battriani. Da qui si dice che delegazioni greche partirono alla volta dell'attuale Xinjiang cinese, arrivando fino a Kashgar e Urumqi. Ed i cinesi arrivarono qui: la dinastia Han e quella Tang riportano memorie del luogo e degli scambi con i suoi abitanti. Nell'VIII secolo dC. arrivò l'Islam, e quasi mille anni dopo l'Impero Russo, e poi l'Unione Sovietica. Ed ogni passaggio ha lasciato le sue traccie, dai visi con tratti ellenici che si vedono sui reperti archeologici all'archeologia edilizia fatta di enormi piazze monumentali, caseggiati dallo spirito socialista ed occasionali statue di Lenin.


Questa valle dalla storia leggendaria è oggi nota per essere il fulcro dell'integralismo musulmano dell'Asia centrale. Chiaro che con la guerra al terrore iniziata nel 2001 la situazione non può che essersi scaldata: laddove transitava il cammello battriano ora si muovono militari e terroristi.


La recente "rivoluzione" della settimana scorsa ha interrotto il governo di Bakiyev, supportato dagli Stati Uniti, a favore di Roza Otunbayeva, ministro degli esteri prima della Rivoluzione dei Tulipani (che nel 2005 ha messo al potere Bakiyev) ma già nelle leve del potere al tempo dell'Urss. Forse non è un caso che la Russia sia stato il primo paese a riconoscere il nuovo governo uscito dai recenti fatti di piazza.  Tra l'altro in Kirghizistan c'è già una base militare russa, e nel 2009 i rispettivi presidenti avevano cominciato a discutere dell'apertura di una seconda installazione.


Il Kyrgyzstan confina con la Cina. Confina con il Xinjiang, la regione "calda" cinese per quanto riguarda l'Islam, più facilmente fomentabile del Tibet qualora si volesse frammentare il paese asiatico, come dimostrano i tumulti finiti nel sangue del 2009 ad Urumqi. Le voci che la base di Manas, oltre a servire la guerra in Afghanistan, fosse anche una roccaforte dei servizi segreti dello Zio Sam impegnati a tenere sott'occhio la Cina, circolano da tempo. Potenziali terroristi si muovono lungo un confine dove Beijing ha piazzato impianti missilistici.


Chissà se i 3,3 milioni di kirghisi sanno di vivere in prossimità di una faglia sismica geopolitica della cui stabilità non è possibile essere certi.



 

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