Continuo con i post leggeri in clima estivo. Estate che qui sembra svanita prima del previsto, visto che da giorni la pioggia si alterna al tempo nuvolo, nulla a che fare con il sole brillante dell’anno scorso. Forse che il Partito avesse veramente controllato il clima per non mettere a repentaglio le Olimpiadi? Certo la temperatura ora è vivibile, ma ogni tanto mi sembra un classico autunno da bassa padana. Leggera nebbia serale compresa. Oltre alle considerazioni climatiche, in questi giorni sto considerando gli hot-dog, o almeno lo loro improvvisa apparizione a Beijing e la loro velocissima diffusione. Sembra che sia scattata la frenesia del cane caldo: ovunque sono sbucati simil-chioschi decisi ad emulare i loro fratelli maggiori di New York. la leggenda vuole che--br-- tutto sia iniziato con un laowai, uno straniero, che ha aperto nei mesi scorsi un piccolo locale a Wudaokou, divenuto in poco tempo molto noto, tanto che in breve un cinese gli ha aperto una rivendita analoga esattamente di fianco, sfruttando l’arma dei prezzi più bassi e della manodopera a basso costo. Ossia una riproduzione in miniatura di dinamiche economiche globali. Sembra che lo straniero abbia già provveduto a delocalizzare in altra zona per mantenere il suo business. Nel frattempo il cartello hotdog è apparso in molti altri bar e ristoranti, giusto per cavalcare l’onda. Ammetto di non averli ancora provati. Il tutto assomiglia alle dinamica di sviluppo dei bar e dei locali qui a Beijing, che, come faceva notare un commentatore su un magazine locale, spesso funziona così: vuoi aprire un bar? Bene, trovane uno che ti piace e che ha successo, affitta un posto esattamente al suo fianco, arreda il posto nello stesso modo, crea la stessa atmosfera e fornisci le stesse consumazioni. Grazie a questo modo di procedere sono nate le vie dei bar di Beijing. Ovvio che non sia tutto così, ma la jiubajie di Sanlitun, le rive del lago Houhai, Nanluoguxiang e gli hutong vicino al tempio dei Lama stanno a testimoniare la validità di questo ragionamento. Quindi se hai un’intuizione geniale, la tua sorte è essere emulato in breve, con la speranza almeno di essere ricordato nei secoli come il trendsetter.
Ora è il tempo degli hotdog, ma credo che presto arriverà il tempo della piadina. Chi avesse interesse ad invadere Beijing con il prodotto romagnolo si faccia avanti, apra e vediamo se va. In modo che poi io possa copiare!
dai il progetto piada è della vecchia family....dovremmo davvero essere noi a cavalcare per primi l'onda!
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