Il fiume Xiang è in secca pericolosa (vedi foto). Nel tratto che scorre vicino a Changsha, capitale della centrale provincia dello Hunan, l'acqua è così bassa che le autorità hanno dovuto modificare le tubature per il prelievo per uso cittadino affinchè possano arrivare al centro del letto del fiume. La colpa ovviamente viene data ad una stagione, quella passata, particolarmente secca, anche se difficilmente si cade in errore se si pensa anche all'uso smodato che viene fatto delle acque per uso industriale. Questi cittadini quindi rischiano di rimanere senz'acqua, e non sono alcune decine ma almeno 3 milioni. Altri grandi numeri quelli previsti dallo spostamento di almeno 330000 abitanti divisi tra le provincie dello Hubei ed Henan, che hanno la sfortuna di trovarsi su un territorio dove si è decisa la costruzione di un complesso idrico che fa parte dell'ambizioso programma idrico ribattezzato Deviazione Nord-Sud, il cui fine è dirottare in un nord endemicamente secco (a causa del clima ma anche dell'inquinamento che ha devastato alcuni importanti fiumi, tra i quali il fiume Giallo) le acque provenienti dai bacini del sud, più abbondanti e capricciosi. Storicamente gli imperatori cinesi si sono confrontati con le grandi opere idriche, e spesso la buona vita di una dinastia è stata garantita dalla riuscita di tali opere. Da anni sentiamo ripetere che le guerre del futuro si combatteranno per l'acqua, ma senza aspettare le guerre viviamo già le crisi: c'è una crisi in corso tra Cina e Vietnam riguardo le dighe costruite lungo lungo il corso cinese del fiume nello Yunnan ( http://www.chinadialogue.net/article/show/single/en/3268-River-of-discord ): la costruzione è iniziata nel 1986, allora nessuno pensava ai possibili effetti collaterali, mentre ora che sta per essere ultimata la quarta (di otto) diga i paesi interessati, Vietnam in primis ma anche gli altri componenti del sud-est asiatico, cominciano a paventare la possibilità di gravi impatti ambientali. A questo si possono aggiungere i molteplici casi di fiumi e laghi inquinati in maniera quasi irreversibile, il fiorire dei "villaggi del cancro", un macabro epiteto con cui si indicano quei villaggi cinesi in cui l'incidenza dei tumori è drammaticamente aumentata a causa dell'inquinamento, per capire che la questione delle acque è solo all'inizio della sua fase critica. E se poi ricordiamo che le sorgenti di importanti fiumi come lo Yangtze, il Mekong, il Brahmaputra, è sull'altopiano tibetano (sia nel Tibet vero e proprio che in quelle zone finite in altre provincie cinesi) realizziamo perchè quella remota regione tra nevi e yak riveste una tale importanza.
ps. La foto è una gentile concessione del China Daily. L'ho scroccata, speriamo che non se la leghino al dito.
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