Quando l’autunno arriva a Cento, lo riconosco dalle foglie che ingialliscono, dalle prime sporadiche nebbie, dai vestiti lunghi ed una generale tristezza nell’aria. Qui a Beijing riconosco l’arrivo di questo autunno anticipato grazie ad altri indizi. L’aria si è fatta pulita, si vedono le stelle in mezzo ai grattacieli, sfidano coraggiose l’inquinamento luminoso della metropoli. L’aria porta odori più definiti, nel cortile di casa arriva il profumo degli spiedini cotti nel vicolo qui vicino, siano chuanr o malatang poco importa; ma anche le patate dolci cotte in rudimentali pentoloni ricavati, la leggenda metropolitana vuole, da vecchi bidoni metallici di industrie chimiche, e non mancano nemmeno le castagne arrosto, più dolci di quelle che troviamo per strada nella bassa padana. L’aria racconta già di ottobre ma potrebbe essere solo un falso allarme. Nel cortile ci sono meno bambini che giocano, le scuole sono ufficialmente iniziate lunedì, quindi nel primo pomeriggio è tristemente vuoto. Ci sono ancora i vecchi che si sgranchiscono; non ci sono più le mamme con le carrozzine: fino a pochi giorni fa si radunavano a parlare a fare aria ai neonati nei passeggini, quasi che una sola goccia di sudore avrebbe potuto compromettere la loro salute; ora saranno in casa a sentirsi bombardare di notizie riguardo alla nuova influenza che anche qui come in Europa tiene banco, con lo stesso carico di allarmismo e preoccupazioni, speriamo, vane. Forse il governo, sembra sulla corda per paura di scandali alimentari,ambientali e sanitari, mette le mani avanti questa volta, avendo preso coscienza che se si toccano i bambini, non c’è Partito che possa fronteggiare la rabbia dei genitori.
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