Alla fine si incontreranno. Obama ed il Dalai Lama oggi si vedranno, non nella Sala ovale della Casa bianca: e non è cosa da poco. Sembra una formalità, ma è un segno: ricevere uno dei principali nemici della Cina lasciando però aperta la porta del dialogo. Come a dire: io lo ricevo perchè non siete voi a dettarmi l'agenda, ed allo stesso momento vi faccio vedere che in parte rispetto il vostro malumore. Qualcuno dirà che si chiama tenere il piede in due staffe. Qualcuno altro la chiamerà realpolitik. Io lancio una provocazione: se Hu Jintao ricevesse Bin Laden con gli onori che si debbono ad un capo di stato, come reagirebbe l'Occidente, Usa in testa? Ecco, questo è quello che provano a Beijing: per il governo cinese il Dalai Lama è un separatista e terrorista, riceverlo significa dare supporto a quello che rappresenta. Con questo non voglio equiparare le due persone, non avrebbe senso storico e politico, ma semplicemente fare un esempio per provare di capire meglio perchè la Cina reagisce così. Qualcuno potrebbe obiettare che il Dalai Lama non è un terrorista, ma dall'altra parte qualcuno finirebbe per dire che Bin Laden lotta per la libertà. Ognuno sceglie il proprio campo, e la parte dove stare: ma nel farlo bisogna aver chiara la storia, le diverse interpretazioni (non solo una) e, ahimè, la realtà politica che stiamo vivendo. Ossia che lo scontro tra Usa e Cina è in corso, ma è economico prima che ideologico: tutto il resto viene di conseguenza.
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