A Dalian, nel nord est cinese, l'esplosione di due condotte che trasportavano petrolio da un centro di stoccaggio ad una nave ha causato una marea nera la cui dimensione, nei primi momenti minimizzata, appare ora come preoccupante sia per il mare cinese che per le acque internazionali. Nel frattempo buona parte della Cina meridionale è sotto pioggie costanti che hanno causato alluvioni e frane: il conto dei morti sale, ha già passato il migliaio. Il fiume Yangze, nella Cina centrale, è in piena (nell'immagine, cittadini della città di Wuhan osservano il passaggio della piena sotto un cielo non esattamente rassicurante) e la piena preme sulle titaniche mura della Diga delle Tre Gole; c'è preoccupazione certamente, ma gli esperti ed i responsabili minimizzano. Non si può nemmeno pensare che la Diga possa cedere: il disastro che ne seguirebbe sarebbe inenarrabile.
Nella provincia nord occidentale del Gansu un miniera allagata ha causato la morte di 13 minatori su 16 che vi lavoravano. Il sud est invece è stato investito dal tifone Chanthu, che ha già fatto due vittime. A Beijing la temperatura è schizzata in alto, come nel resto dle paese, in corrispondenza del sanfu, 三伏, il periodo più caldo dell'anno secondo i calcoli del calendario lunare (noto come calendario contadino, che sembra incredibile ma raramente sbaglia un colpo, sia l'arrivo del caldo o quello del vento gelido). Il giorno più caldo sarà il 26 luglio.
Ieri Yao Ming ha rilasciato un'intervista al China Daily, di cui si possono vedere alcuni spezzoni on-line: sembra un Yao triste, che ammette che non sarà lui il futuro della nazionale cinese. Con espressione rassegnata afferma che la carriera di un giocatore arriva prima o poi al termine, ma che finire così la sua (causa un infortunio non preventivato) sarebbe come una morte improvvisa.
Insomma, solo brutte notizie per i cinesi in questi giorni di fuoco.
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