Dalla settimana scorsa in Corea del Sud non si può criticare su internet l'esito delle indagini sull'affondamento della Cheonan: la Korean National Police Agency è impegnata a setacciare siti, blog e bollettini di notizie on-line per assicurarsi che nessuno possa avanzare dubbi su quell'indagine che ha dichiarato la Corea del nord colpevole dell'affondamento della nave e della morte di 46 marinai. Ogni critica che viene portata all'indagine ( e sono molte) viene tacciata come falsità e tradimento da parte non solo dei politici vicini al presidente Lee ma anche dai quotidiani dell'ala conservatrice che si stanno rivelando particolarmente aggressivi nel portare avanti la nuova campagna di Corea. Nonostante lo sforzo però le idee circolano on-line, e monta il sentimento di chi non ci sta a vedersi trascinato, se non in guerra, anche solo in una situazione di tensione che accusano essere fomentata ad arte. Nella foto, i membri di una organizzazione civile femminile manifestano con cartelli che invitano ad una soluzione pacifica della questione.
Questa notizia, ossia il divieto di avanzare dubbi, ottiene immediatamente il risultato di instillare il dubbio: se l'indagine fosse inattaccabile, non ci sarebbe bisogno di metterla al sicuro dalle critiche.
Ma, come sembra e come mi è stato confermato, buona parte della società sudcoreana non crede all'affondamento della Cheonan come atto di guerra. Ma a cosa crederebbe? Tra la ipotesi più sostenute c'è quella dell'incidente meccanico/umano poi rivenduto come atto di guerra, con il duplice risultato di evitare la brutta figura (e scaricare la colpa del lutto su altri) e scaldare gli animi in vista della tornata elettorale del 2 giugno. Il presidente Lee non è esattamente amatissimo, e la vicina elezione potrebbe anche metterlo in difficoltà. Qualcuno si spinge nel ragionare ancora più avanti, accusando chiaramente il governo di aver provocato la tragedia per creare una situaizone di allarme che solo un governo forte ed intransigente nei confronti di Pyongyang può gestire.
Non è facile districarsi tra questi eventi: la Corea del Nord in genere fa rima con carestia, chiusura e dittatura, quindi ogni malefatta che le viene attribuita la si considera generalmente attendibile. Tendiamo (io per primo) a distinguere in bianco e nero, dimenticando però che all'interno della stessa Corea del Sud esistono scontri e differenze ideologiche, come in tutte le altre democrazie. E che la verità spesso non è una, e spesso non è neppure veritiera.
Bravo Suto!! Il tuo pokerissimo di articoli sui Caino e Abele dell'est asiatico mi è proprio piaciuto!!! Continua a scavare, però attento a non trovarti una testa di cavallo (o di cane, non so cosa si usa in Corea...) nel letto...
RispondiEliminaPS: e poi...siamo noi, siamo noi, i campioni dell'Europa siamo noi!!!!!