Eseguite due condanne a morte in Cina per lo scandalo del latte alla melamina dell'anno scorso: Zhang Yujun, colpevole di aver prodotto e venduto più di 600 tonnellate di polvere proteica a base di melamina, e Geng Jinping, colpevole di aver venduto oltre 900 tonnellate di latte adulterato con la melamina. Lo scandalo provocò la morte di 6 bambini e problemi di salute per altri 300mila. Lo scandalo, inizialmente taciuto per non rovinare il clima olimpico, esplose verso al fine del 2008, anche grazie ai genitori dei figli coinvolti, che non si sono fermati fino a quando le autorità non si sono mosse. Anche il Tg2 oggi ha passato questa notizia con servizio e commento. Sui giornali cinesi online le prima pagine sono ancora occupate dall'ultima tragedia mineraria, in particolare ci si dedica ai racconti dei famigliari dei superstiti che ora chiedono giustizia: qualcuno ha provato di metterli a tacere nell'immediato, ma la tensione è viva. Scorrendo le notizie, si trova un articolo sulla decisione di costruire un inceneritore dalle parti di Guangzhou nella quale le autorità hanno deciso di coinvolgere la popolazione che con la struttura dovranno convivere in futuro e sono ovviamente preoccupati per l'inquinamento; i cittadini avevano già minacciato proteste e blocchi analoghi a quelli che hanno fermato la costruizone di un inceneritore a Wujiang nella provincia del Jiangsu.
Tre notizie diverse, accumunate da un unico fattore: la società civile che protesta e pretende il rispetto dei propri diritti. Forse non si può ancora parlare di una società civile organizzata e sul piede di guerra, piuttosto sono semplici cittadini che scoprono che riuniti è più facile far sentire la propria voce, partendo non da teorie politiche o sociali ma semplicemente dal proprio vissuto spesso drammatico. Non è poco, è percorrendo questa strada che la popolazione cinese potrà rimediare ai disastri del passato e, dove possibile, cominciare ad evitare quelli futuri.
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