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Nella penisola coreana si sta facendo largo la voce di un possibile nuovo incontro bilaterale tra i due presidenti, il sudcoreano Lee Myung-bak ed il corrispettivo al nord Kim Jong-il. L’ultimo incontro ufficiale tra i due omologhi coreani è avvenuto nel 2007, quando l‘allora presidente del sud Roh Moo-hyun volò a Pyongyang, esattamente come aveva fatto Kim dae-jung nel 2000 inaugurando i nuovi rapporti diplomatici tra nord e sud Corea non più improntati allo scontro ma alla ricerca del dialogo e della normalizzazione dei rapporti. Ma la ripresa del programma nucleare di Pyongyang aveva di nuovo raffreddato gli animi; incidenti vari, come l’uccisione di un turista sudcoreano da parte di guardie di frontiera dal nord, oppure la recente tragedia della famiglia del annegata nelle acque fuoriuscite da una diga del nord, avevano fatto nuovamente salire la tensione. Al tutto si aggiunge il preciso piano di Pyongyang di dialogare esclusivamente con gli Stati Uniti per tagliare fuori dai negoziati Seoul e mettersi in questo modo ad una sorta di livello maggiore, sostenuti in questo dalla rinnovata disponibilità della giunta Obama a trattare, e si capisce perché l’idea di un incontro diretto tra i due leader coreani possa sembrare qualcosa di remoto. Invece si rincorrono nelle ultime settimane le voci, non smentite, dell’interessamento reciproco: il primo accenno è venuto dall’emittente televisiva pubblica Kbs che ha riportato la notizia di un incontro avvenuto a Singapore tra Kim Yang-gon, influente figura dall’entourage di Kim Jong-il in particolare per quanto riguarda i rapporti con il sud, ed un non specificato autorevole rappresentante sudcoreano. E’ interessante che il governo di Seoul, pur non fornendo maggiori informazioni, non abbia smentito la notizia. Lo stesso ministro degli esteri del sud, Yu Myung-hwan, ha dichiarato che la Corea del Sud è pronta in ogni momento ad incontrare la Corea del Nord per discutere il miglioramento delle relazioni tra i due paesi e la questione nucleare. Questione nucleare che è il vero nodo da sciogliere: fino ad oggi Pyongyang si è sempre rifiutata di includere questo argomento scottante in ogni possibile agenda comune con Seoul. Mentre per la corea del Sud è probabilmente il punto essenziale da cui cominciare a discutere del resto.
L’ultimo ostacolo ad un eventuale incontro, che servirebbe se non altro a dimostrare l’interessamento reale dell’attuale presidente sudcoreano alla questione, proviene dal fatto che tale incontro lo si vorrebbe questa volta a Seoul, diversamente dai due precedenti tenuti entrambi a Pyongyang; ma come si sa, Kim Jong-il starebbe ancora recuperando la migliore condizione fisica dopo i problemi di salute che avevano fatto fiorire indiscrezioni l’anno precedente sul reale stato di salute del Caro Leader. Ma da questo potenziale motivo di stop potrebbe, paradossalmente, nascere la spinta finale: Seoul è famosa per ospitare alcune tra le migliori realtà mediche asiatiche. E già oggi è una meta decisamente popolare per il turismo ospedaliero in estremo oriente. Vedremo forse in futuro Kim jong-il a Seoul, impegnato in ugual misura in incontri ufficiali e visite mediche? Che possa esistere spazio nella penisola coreana per una “diplomazia dell’ospedale”?
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