Un silenzio vale più di molte parole. Il silenzio di Yao Ming significa molto. La domanda a cui è seguito il pericoloso silenzio è: dove farete nascere la vostra bambina? Il riferimento è alla figlia di Yao e della moglie Ye Li (nella foto, al momento del matrimonio nel 2007) che dovrebbe nascere a fine estate. La domanda apparentemente banale nasconde una vera preoccupazione: Yao e Ye potrebbero decidere di far nascere la pupetta su suolo statunitense, ed in questo modo lei acquisirebbe per diritto al cittadinanza a stelle e strisce, rinunciando senza volerlo (la bimba, perlomeno) a quella cinese. Il governo ed il popolo cinese si sarebbero certamente aspettati una netta risposta che fugasse qualsiasi dubbio: la farò nascere in Cina, naturalmente. Ma il solo fatto che non sia stato subito chiaro ed anzi abbia preso tempo dichiarando che è una questione di cui discuteranno lui e la moglie ha messo in agitazione la Cina. O meglio, i cinesi che seguono il basket, i cinesi che non riescono a vivere senza icone nazionaliste e chiaramente i governanti che hanno fatto di Yao l'ultimo grande eroe cinese, il figlio dell'Imperatore Giallo in grado di conquistare il nemico di sempre, e di fare breccia nel tempio del basket mondiale, quella Nba che in Cina è molto più seguita della stessa Cba, la lega autoctona. Yao è sempre stato giocatore di grande spessore, un cestista vero e non solo un colpo commerciale, anche se è innegabile che il volume d'affari dell'Nba è esploso nello spazio apertosi in Cina. Negli anni ha finito per incarnare una trimurti dal potenziale enorme: uomo sportivo, icona commerciale, figura forse suo malgrado politica, simbolo di una Cina tornata grande, portabandiera alle Olimpiadi di Beijing, ambasciatore informale della diplomazia della pallacanestro la cui centralità è ben rappresentata da quel pallone da basket donato da Obama al vice premier cinese Wang Qishan nel luglio del 2009.
Ora non resta che aspettare cosa decideranno Yao e la moglie. Certi che la pressione della Cina non potrà che aumentare, e quasi certi che ad aumentare sarà anche l'interesse statunitense. Dopo aver litigato su Tibet, Taiwan, Iran, perchè lasciarsi sfuggire l'occasione di avere un nuovo casus belli?
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