Entrambe le Coree fuori dal Mondiale: fine quindi della pax calcistica. Nell'incontro tra il presidente cinese Hu e quello coreano Lee (nella foto rispettivamente a destra e a sinistra) tenutosi nell'ambito del G20 in corso in Canada, tutto è filato liscio finchè si è discusso di temi economici: aumento degli scambi commerciali, che dovrebbero toccare i 200 miliardi di dollari nel 2012, nonchè intesa su di un futuro accordo bilaterale di libero scambio. Ma quando si è cominciato a parlare di temi scottanti (ossia la questione nordcoreana) il presidente Hu ha tagliato corto: si è detto contrario ad ogni atto che metta in pericolo la pace nella penisola coreana, ma allo stesso tempo non ha voluto attaccare direttamente la Corea del Nord, rimandando tutto all'Onu ed alle sue decisioni. Dove eventualmente potrà poi porre il veto. Questo ha deluso sia Lee, che avrebbe voluto almeno un indizio di una possibile buona disposizione cinese verso la sua causa, ed anche Obama, che sabato scorso aveva chiesto che la Cina chiarisse la sua posizione a riguardo. Ma Beijing non lo fa, volutamente aggiungo io. Sotto il fumo qualcosa cova, in Corea del Nord: proprio oggi un esponente del Ministero degli Esteri ha affermato che il suo paese continuerà a migliorare il proprio deterrente nucleare. Senza però specificare come. Nel mentre, si resta in attesa di nuovi indizi sulla successione al potere a Pyongyang, di cui si parla oramai da mesi; per alcuni analisti Usa, lo stesso attacco (alla corvetta Cheonan) non sarebbe stato altro che una dimostrazione di forza di Kim Jong-il per mostrare a possibili aspiranti al trono di Nordcorea chi comanda ancora.
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